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Emilia Romagna, ARRIVO ad EXPO

Emilia Romagna, ARRIVO ad EXPO

Emilia Romagna, ARRIVO ad EXPO

50 metri di sfoglia lungo il decumano di EXPO, Milano 22 Settembre 2015; A chiusura della manifestazione "Emilia Romagna in viaggio verso Expo" martedì 22 settembre alle ore 18:00 cinquanta sfogline della regione Emilia Romagna hanno preparato altrettanti metri di sfoglia, che sono stati poi farciti in diretta dai cuochi di "Chef to Chef"; nella foto (ph © Luca Lucchesi - www.officinaphotorafica.com) un momento dell'evento

Milano, 22 settembre – Luigi Franchi, coordinatore del Viaggio

“Vicino a Piacenza ci sono due colonne grandi, l’una d’un lato e l’altra dall’altro della strada. Ai piedi delle quali è scritto in latino che si proibisce di edificare, piantare arbori e vigne tra di esse…”  lo scriveva Michel de Montaigne nel 1580 e stava, in questo modo, ad indicare il punto d’arrivo della Via Emilia.

Questa città, la sua provincia, dovevano essere anche il punto d’arrivo di questo Viaggio dell’Emilia-Romagna verso Expo; non hanno potuto esserlo perché le calamità imponenti della natura si sono scagliate su quel territorio pochi giorni fa e questo, per noi, per tutti noi, deve essere oggetto di solidarietà ma anche e soprattutto di riflessione, a cominciare dai contenuti stessi di questo viaggio che è, innanzitutto, scoperta della straordinaria biodiversità di questa regione. Che va difesa, insieme ai territori e alle persone che la praticano ogni giorno.

Noi tutti, con questo viaggio lento, abbiamo provato a raccontarla, facendolo attraverso modi insoliti e itinerari sostenibili: in un Appennino percorso a piedi dai trekker che sono qui davanti a noi; con le barche guidate dai capitani Luigi Schiavi lungo l’Adriatico e Giuliano Landini lungo il Po; con le bici portate lungo la Via Emilia dai produttori. In tutto oltre 30 appuntamenti: in ognuno dei quali i 100 protagonisti dei comizi agrari, sommelier AIS Emilia e Romagna, attraverso il format di Tramonto Di Vino, e i cuochi di CheftoChef, con le loro 150 ricette, hanno spiegato a 30.000 persone, tante sono quelle che hanno vissuto con noi questo viaggio, il felice incrocio tra cibo e civiltà. Perché questo è il risultato finale di questo viaggio lungo 45 giorni: la scoperta di un’intera regione, lunga e diversa ad ogni campanile, dove però l’arte culinaria, per usare le parole di un raffinato gastronomo, Baldassarre Molossi, “non ha sopraffatto ma seguito la natura, assecondandone l’istinto e gli umori e dove i cibi hanno conservato le proprie qualità naturali”.

Emilia di facce, di grida, di mani canta Francesco Guccini e questo è il leit-motiv di questo viaggio che ci ha fatto incontrare questa meravigliosa sintesi della nostra regione: le facce dei tanti contadini e produttori, a cominciare dalla prima, a Pennabilli, l’8 agosto: quella di Guerrino Fanchi, un contadino di 70 e più anni che ha fatto il primo dei 100 comizi agrari concludendo che “rispetto e libertà sono inscindibilmente legati alla memoria, perché per custodire la terra, occorre essere consapevoli di poter vivere e lavorare in un sistema a misura d’uomo”.

Da lì siamo partiti, in 1.000 persone – cuochi, produttori, sommelier, studenti delle scuole alberghiere, comizianti, trekker, autisti di food truck, uomini e donne per il service, capitani e naviganti, sindaci e assessori – ognuno con le parole di Tonino Guerra, espresse da sua moglie Lora, nel salutare il viaggio:”E’ ora che ognuno canti una canzone nel proprio giardino”.

Partiti per attraversare una terra nel suo centro, la Via Emilia, e lungo i suoi confini, il Grande Fiume e l’Appenino, confortati da una grande consapevolezza: che avremmo fatto scoprire il lato più emozionale di questa regione da record.

Ci siamo riusciti? La risposta risiede nelle parole espresse durante il viaggio da tante, tante persone che dicevano “ma noi non sapevamo”. Bene, ora lo sanno e lo raccontano. 
Noi, qui, vogliamo invece sintetizzarlo con due intense riflessioni, estrapolate dal diario di viaggio. La prima è di Simona Caselli, la seconda è di Patrizio Bianchi.
“Siamo di fronte ad un vero fenomeno sociologico che merita riflessione, ma che segnala anche con molta evidenza il potenziale che si offre alle nostre produzioni di qualità e che l’agricoltura regionale deve saper sfruttare al meglio”.

“Il viaggio che stiamo insieme facendo è il lento procedere dentro il più arduo dei territori sconosciuti, quel territorio che pensavamo di conoscere tanto bene da darlo per scontato, forse la terra dei nostri padri, sperabilmente la terra dei nostri figli, ma sempre più con difficoltà la nostra terra, di noi sempre così angosciati dal tempo che ci sfugge”.

Il viaggio è stato questo: la scoperta da dentro dell’Alta Via dei Parchi e del Grande Fiume, che non va dimenticato mai, ci appartengono e per questo dobbiamo averne cura.

Il viaggio è stato vedere i cuochi nelle piazze, sulle barche e nei rifugi, comunque fuori dai loro locali, a raccontare i loro piatti ad un pubblico assetato di conoscenza e vederli, a loro volta, emozionarsi di fronte a prodotti incredibili che aspettano solo di essere tradotti da loro.

Il viaggio è stato scoprire produttori che non si conoscevano e che hanno condiviso 45 lunghi giorni, facendosi promotori verso il pubblico, l’uno degli altri.

Il viaggio sono stati i ragazzi degli istituti alberghieri che hanno testimoniato con l’entusiasmo che hanno messo in quest’esperienza, una volta per tutte, che le loro non sono scuole di parcheggio, ma mestieri del futuro perché le mani e l’intelligenza non sono merce sostituibile.

Il viaggio sono le razdore, questa parola esclusivamente emiliano-romagnola che sta a significare ‘colei che regge’, su cui si basa la cucina di questa regione, una cucina autenticamente popolare e italiana, che i cuochi di CheftoChef in questo viaggio e, più in generale, con il loro lavoro di tutti i giorni, hanno tradotto e valorizzato a cominciare da quel lungo nastro di uova e farina che si chiama pasta sfoglia che è stato, loro insieme razdore e cuochi, protagonista finale di questa avventura  che si chiama l’Emilia-Romagna in viaggio verso Expo.

 

Luigi Franchi

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LA GALLERY dell’evento